La gastrite nervosa è una forma di gastrite che viene causata in genere da ansia e stress. Fa parte di quelle malattie che vengono definite...
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]]>Non è una malattia grave ma è certo che la gastrite può essere molto fastidiosa per chi ne soffre, proprio perché alcuni sintomi tipici sono: gonfiore e mal di stomaco, cattiva digestione dovuta ad un’eccessiva produzione di succhi gastrici, malessere generale, calo dell’appetito, e altri sintomi che verranno approfonditi nel corso dell’articolo. Qualora presenti uno o più sintomi della gastrite, il nostro consiglio è quello di chiedere aiuto al proprio medico.
In questo articolo ti verrà fornito un approfondimento generale sulla gastrite nervosa, su quali sono i sintomi, quali sono le cause e quale rimedi sarebbe utile adottare per curare e prevenire la gastrite.
La gastrite nervosa o gastrite da stress è un’infiammazione della parete interna dello stomaco che ha come cause scatenanti ansia e stress in forme molto intense. Può colpire, infatti, chi vive momenti della propria vita emotivamente molto stressanti o chi ha attacchi di ansia frequenti e molto provanti.
La gastrite nervosa è una malattia psicosomatica o disturbo psicosomatico, ovvero una patologia che colpisce parti del corpo, le cui cause sono da ricondurre a fattori di natura psicologica, quindi è come se un sentimento o un disturbo della mente si esprimesse in un disturbo fisico, in questo caso la gastrite. A determinare la gastrite intervengono anche altre cause, oltre l’ansia e lo stress, rabbia, depressione e uno stile di vita frenetico.
Soltanto la diagnosi di un medico potrà chiarire la presenza di gastrite e di solito lo fa attraverso anamnesi o degli esami specifici.
La gastrite nervosa come già anticipato è l’infiammazione della parete gastrica dello stomaco e può essere di tipo acuto e di tipo cronico. La tipologia della gastrite nervosa può dipendere da fattori scatenanti, che sono alla base di questa condizione, quali l’ansia e lo stress. Ma per meglio precisare distinguiamo le differenze tra le due forme di gastrite:
La gastrite nervosa acuta è spesso dovuta al consumo nonché abuso di alcol, al consumo di cibi troppo grassi e fritti, alimenti irritanti o che provocano indigestione. Inoltre, la gastrite acuta può essere una conseguenza a traumi, ustioni e assunzione di sostanze chimiche irritanti.
Nel caso della gastrite nervosa cronica, questa può essere dovuta a delle infezioni batteriche causate proprio dal batterio helicobacter pylori che va ad irritare ed infettare lo stomaco, oltre che causare disturbi nel processo digestivo.
Ad essere più colpiti dalla gastrite nervosa sono quelle persone che in un determinato periodo della loro vita si trovano ad affrontare diverse problematiche private, per esempio problemi sentimentali con il compagno o la compagna, un’attività lavorativa poco soddisfacente, disoccupazione o quando il lavoro è presente si sostiene un ritmo frenetico e stressante, preoccupazioni relative alla salute o ad importanti interventi chirurgici da affrontare e, infine, preoccupazioni più generali della vita di tutti i giorni che riguardano la maggior parte di noi.
Le cause della gastrite nervosa sono da ricondurre ai succhi digestivi acidi dello stomaco che operano un’azione irritante ai danni della mucosa gastrica. Questo avviene perché i succhi digestivi superano i livelli di acidità gastrica e la parete interna dello stomaco è indebolita.
Le cause di questo indebolimento possono essere tante e diverse tra loro, vediamo quali sono:
Probabilmente le cause sono da ricondurre a situazioni associate alla gastrite nervosa che generano ansia e stress, quali?
I sintomi della gastrite nervosa possono manifestarsi all’improvviso quando la gastrite è acuta o durare un po’ più a lungo quando la gastrite è cronica, ma è chiaro che i sintomi possono variare da persona a persona e possono manifestarsi in forme e intensità differenti.
I sintomi tipici della gastrite nervosa sono:
Se la gastrite non è nervosa e peggiora, si manifestano delle complicazioni più gravi come le ulcere peptiche perforanti con perdita di sangue e disidratazione.
La gastrite nervosa può essere diagnosticata dal medico sia facendo un’anamnesi, quindi basandosi sulle informazioni raccolte tramite i sintomi manifestati dal paziente, sulla quale poi pianificare un’eventuale terapia.
In alternativa, il medico per individuare la presenza di gastrite può valutare di fare degli esami specifici come analisi del sangue, esame delle feci, endoscopia e radiografia. In questo caso gli esami approfonditi possono anche specificare se ci sono altre forme di gastrite (per esempio non nervosa) che potrebbero andare a sfociare in ulcere perforanti o nella disidratazione.
La dieta ha un ruolo fondamentale nel tenere sotto controllo i sintomi della gastrite nervosa. L’alimentazione, pertanto, deve comprendere alimenti semplici e facili da digerire e che non provocano l’infiammazione della mucosa gastrica.
Vediamo qui di seguito quali sono gli alimenti da preferire e quali quelli da evitare se si soffre di gastrite nervosa.
Preferire carboidrati come riso e patate invece della pasta, il pane meglio se tostato;
Verdure ricche di fibre che non causano l’aumento dei succhi gastrici come: fagiolini, lattuga, ortiche, sedano, finocchio;
Frutta e verdura come carciofi, ortica, banana, patata e cavolo in quanto ricchi di antiossidanti e vitamine C ed E;
Frutta ricca di flavonoidi che vietano la crescita di helicobacter pylori come sedano, mirtilli, mele e frutti di bosco e tutta la frutta non acida;
Yogurt magro;
Carne bianca e pesce magro;
Infine, è meglio preferire cotture al forno e in padella senza utilizzare troppi condimenti.
Evitare alimenti che stimolano la secrezione di acidi nello stomaco come le carni rosse, insaccati, formaggi grassi e piccanti, formaggi fermentati come gorgonzola e pecorino, pesce grasso come salmone, anguilla e sgombro.
Evitare condimenti piccanti o speziati con pepe, peperoncino, aceto e aglio;
Il burro, lo strutto, la margarina e salse che contengono panna;
Cibi fritti e cibi che creano aria nello stomaco come cavolo, broccoli, cipolle, latte, piselli, fagioli;
Frutta acidula come limoni e fragole e frutta secca e verdure acidule come pomodori e peperoni;
Dolci a base di creme e di liquori, cioccolato, caramelle e gomme da masticare.
La cura della gastrite si basa principalmente sul saper gestire ansia e stress che spesso causano infiammazione della parete interna dello stomaco, ma questa può anche essere cronica tanto da far risultare difficile ogni trattamento, per questo è importante in questi casi rivolgersi ad un medico che in base alla diagnosi può fornire un trattamento farmaceutico adeguato.
In questo articolo, scritto a solo scopo informativo, ti diamo alcuni consigli su come poter prevenire la gastrite e su come curarla in modo naturale.
I rimedi naturali possono essere davvero utili per alleviare i sintomi della gastrite, perché proteggono la mucosa gastrica e rilassano il sistema nervoso. Vediamone qualcuno:
Ci sono poi altri rimedi fitoterapici che possono contribuire ad alleviare i sintomi della gastrite, per esempio la malva dalle proprietà emollienti e antinfiammatorie; la liquirizia con proprietà digestive, antinfiammatorie e protettive per la mucosa; e l’achillea che ha un effetto riparatore e cicatrizzante dei tessuti.
Alcuni consigli utili per trarre benefici se si soffre di gastrite da stress:
Per prevenire la gastrite nervosa è utile ridurre al minimo i fattori che potrebbero essere causa scatenante e gestire situazioni di ansia e stress, come:
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]]>La necessità di urinare più frequentemente del normale è un problema che viene definito, tecnicamente, pollachiuria. Consiste, in effetti, in una minzione frequente durante la...
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]]>In linea generale, una persona adulta espelle urina dalle tre alle sei volte al giorno: questo perché, sempre considerando dei valori medi, si produce dal mezzo litro ai tre litri di urina quotidianamente. Va da sé che i fattori che possono influenzare questi dati sono diversi, dall’età, passando per la quantità di liquidi che si assume, all’attività fisica. Come abbiamo già accennato, la minzione frequente è definita poliuria, se è di rilevante entità anche il volume di urina espulso; pollachiuria se invece lo stimolo è frequente ma il volume emesso è nella norma o comunque poco rilevante. In entrambi i casi, si può parlare di condizioni più o meno comuni che portando ad urinare spesso:
Ma vediamo nel dettaglio.
La condizione che abbiamo sopracitato è legata essenzialmente ad alcune cause precise, più o meno gravi. Tra queste troviamo:
Generalmente, sono più preoccupanti le cause che portano, invece, alla pollachiuria. Come abbiamo visto, si parla di un aumento dello stimolo di urinare, ma in questo caso parliamo di un volume generale di urina che viene espulso poco consistente. Ogni singola minzione è caratterizzata dalla presenza di piccole quantità di urina: si ha necessità di una minzione frequente, che può persino portare al bagno sette-otto volte al giorno, ma senza espellere grossi quantitativi di liquidi. Vediamo nel dettaglio quali possono essere le cause di una minzione frequente di questo tipo.
Una delle cause più frequenti è sicuramente la cistite. Le infiammazioni della vescisa possono portare ad una minzione frequente. La cistite è caratterizzata da un’infezione della vescica causata, in linea di massima, da batteri che arrivano dall’esterno. La mucosa vescicale si irrita e ciò porta ad una maggiore frequenza dell’atto di urinare. Tecnicamente, l’infiammazione provoca un aumento del tono detrusore, che non è altro che il muscolo che permette alla vescica di svuotarsi, e quindi si ha la continua sensazione di dover espellere urina. Ma non è tutto. Spesso e volentieri questa sensazione è accompagnata da forte dolore e la presenza di sangue nelle urine. Questa condizione infiammatoria e infettiva della vescica è più comune tra le persone anziane e le giovani donne. Si raccomanda, in questo caso, un intervento medico: l’urologo sarà in grado di fare una diagnosi adeguata dopo degli esami specifici, come l’ecografia addominale, e potrà prescrivere una cura antibiotica. Ci sono poi anche altre patologie della vescica che possono portare ad un continuo bisogno di urinare: per esempio, tumori vescicali, calcoli e irritazione della mucosa.
Anche i problemi alla prostata possono esser causa di minzione frequente. Di solito, problemi di questo tipo si verificano negli uomini con un’età non inferiore a 45-50 anni e consistono proprio in una sensazione di minzione frequente, con quantitativi poco rilevanti di urina espulsa. Tecnicamente, ciò è provocato dal fatto che la prostata quando si ingrossa preme sull’uretra e sulla vescica, causando il problema sopracitato: tratto urinario e prostata, infatti, sono a stretto contatto. Essenziale è un consulto medico per comprendere come risolvere la problematica ed effettuare tutti gli esami di rito (come l’uroflussometria, l’esame del PSA e così via). Tra le varie complicazioni per quanto riguarda la prostata, abbastanza frequente è la ipertrofia prostatica (la quale colpisce circa il 40-45% della popolazione di età superiore ai 50 anni). Oltre ai sintomi che abbiamo sopracitato, come la pollachiuria, tra le altre cose che testimoniano la presenza di ipertrofia prostatica troviamo sicuramente la nicturia, ovvero l’espulsione di urine continua durante la notte. Oltre a ciò, può essere comune la stranguria (ovvero bruciore e dolore durante la minzione) e la ritenzione urinaria. Anche la prostatite, tra le patologie delle vie urinarie, può essere determinante per il bisogno di urinare continuo.
Una minzione frequente, però, può essere portata anche dalla presenza di fibroma. Questo è particolarmente comune nelle donne in età fertile. Si tratta, in effetti, di tumori benigni che provocano una certa pressione sulla vescica e fanno sì che si palesi questo continuo bisogno di urinare, anche quando la vescica è essenzialmente vuota. Ci sono varie tecniche utili all’asportazione di un fibroma.
Molti farmaci possono portare ad urinare spesso. Si parla di un’azione diuretica dei farmaci che vengono prescritti per altri motivi (per esempio l’ipertensione arteriosa). In realtà, si tratta di due cose strettamente correlate. Urinando spesso, infatti, il volume del sangue diminuisce in maniera significativa e la pressione stessa diminuisce. Va da sé che il problema si palesa se si parla di una minzione frequente durante la giornata, spesso intollerabile. E’ il medico curante che deve valutare il da farsi in questo caso: espellere troppi liquidi corporei non è salutare.
La necessità di urinare spesso non è una patologia in sé, bensì è un sintomo di una malattia. Ecco perché è necessario prestare massima attenzione a tutti i sintomi che possono portare a questo fastidio del tratto urinario, per comprendere quale potrebbe essere la causa che lo scatena. Tra i sintomi più comuni della presenza di una minzione frequente troviamo:
C’è un vero e proprio percorso per comprendere la causa di minzione frequente. Questo si basa essenzialmente su un processo preciso che viene svolto dal proprio medico, il quale pone delle domande, per prima cosa, sulle abitudini del paziente. E’ importante questa procedura per comprendere sia la storia patologica di una persona, sia le abitudini. Soltanto così si potrà capire quante volte il paziente ha necessità di andare in bagno durante il giorno; quale sia la produzione di urina effettiva; le abitudini alimentari del paziente e la presenza di eventuali patologie. Sarà soltanto dopo questa fase che si potrà prevedere l’esecuzione di alcuni esami diagnostici. Tra questi troviamo:
In questo caso, come in tanti altri, è essenziale avvertire immediatamente il proprio medico. Soltanto lui sarà in grado di capire la vera motivazione che è dietro questo sintomo. E’ davvero sconsigliato lasciar correre ed evitare di avvertire uno specialista, perché il problema poi potrebbe acuirsi inevitabilmente: ci sono tante cause, come abbiamo visto, anche piuttosto gravi, che possono portare a questo fastidio. Un intervento tempestivo può essere determinante. Gli esami non sono particolarmente invasivi e consentono di arrivare con certezza alla causa effettiva del problema. A seconda del tipo di problema possiamo parlare di cure differenti: per esempio, in caso di diabete riscontrato, allora si potrà cominciare una vera e propria cura anti diabete e regolarsi di conseguenza nella vita quotidiana per garantire la salvaguardia della propria salute; in caso di cistite o prostatite, si può agire con farmaci antibiotici e antinfiammatori; in altri casi, come presenza di una forma prostatica benigna o di un fibroma, allora potrebbe essere necessario l’intervento chirurgico. Visto e considerato che si parla di cause possibili tra le più disparate, è fondamentale avvertire in tempo il medico.
Anche se potrebbe sembrare strano, ci sono comunque delle cose che possiamo mettere in atto per prevenire il problema. Ci sono una serie di fattori che possono essere determinanti per prevenire o comunque in alcuni casi ridurre drasticamente la minzione frequente.
Per esempio, regolare il quantitativo di liquidi che assumiamo quotidianamente può essere d’aiuto per comprendere effettivamente quanta urina dovremmo espellere. E’ consigliabile, inoltre, evitare cibi troppo speziati che possano irritare la mucosa vescicale e aumentare la possibilità che si verifichi il problema. Anche i cibi piccanti possono essere determinanti in tal senso. Troppo alcol e caffeina sono da evitare (specie prima di coricarsi).
Utilissimo, comunque, potrebbe essere anche segnare tutti i dati importanti su un diario per comprendere quanta acqua beviamo al giorno e quante volte andiamo in bagno. Questo può essere poi utile anche al nostro medico.
Ci sono, poi, degli esercizi particolari che risultano particolarmente utili. Sono noti come esercizi di Kegel, e si basano proprio sul concetto di controllo del muscolo della vescica, per regolare la minzione più facilmente.
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]]>Probabilmente vi sarà capitato qualche volta di avere particolare dolore agli occhi, più precisamente alle palpebre, oltre che avvertire un gonfiore forte e un arrossamento...
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]]>Con questo termine si fa riferimento, essenzialmente, ad un’infezione batterica delle ghiandole del follicolo pilifero ciliare. Colpisce, quindi, la palpebra ma può anche attaccare tutta la congiuntiva. L’ orzaiolo può colpire sia la parte interna della palpebra (precisamente infettando la ghiandola di Meibomio) oppure colpire esternamente la palpebra (infettando le ghiandole di Zeis). Queste ghiandole svolgono la funzione precisa di secernere del sebo, il quale consente di lubrificare la palpebra, in maniera tale che non possa irritare l’occhio: basti considerare che a quante volte sbattiamo le palpebre ogni minuto. Difatti, queste ghiandole, producono delle lacrime, garantendo il film lacrimale, e delle sostanze lubrificanti utili a tale scopo. Quando subentra infezione da orzaiolo queste ghiandole, difatti, si ostruiscono e il liquido lubrificante non può fuoriscuire. Ciò provoca un dolore più o meno intenso e, generalmente, un gonfiore che dura diversi giorni.
Ma quali sono le cause possibili dell’infezione da orzaiolo? Quest’infezione è causata, tecnicamente, dalla presenza di un batterio, lo Staphylococcus aureus. Se l’infezione si presenta soltanto di rado, allora è preoccupante fino ad un certo punto, mentre se c’è una particolare tendenza, l’ orzaiolo si presenta frequentemente, allora ci potrebbe essere una predisposizione e quindi bisogna prestare ancora più attenzione.
Sono diversi i motivi che possono portare a questa infezione. In primis una presenza molto attiva di batteri sulle ciglia, a causa di una scarsa igiene. Anche lo stress in alcuni casi svolge una funzione determinante perché, come ormai è noto, questo abbassa le difese immunitarie del corpo umano e ci rende più facilmente attaccabili da virus e da batteri. Non c’è una particolare predisposizione, invece, per quanto riguarda l’età: l’orzaiolo potrebbe colpire, difatti, tutti gli individui, dai più piccoli ai più grandi. Come abbiamo già anticipato, l’orzaiolo può interessare sia la parte esterna della palpebra, sia la parte interna (orzaiolo interno ed esterno). In entrambi i casi, le cause possono essere ricondotte alla presenza di batteri, i quali appartengono alla famiglia dello stafilococco o dello streptococco. Di seguito le possibili cause di infezione da orzaiolo:
Ci sono, poi, situazioni e condizioni di salute particolari, fattori di rischio, che possono portare più frequentemente alla presenza dell’infezione da orzaiolo. Per esempio, oltre alla scarsa igiene (che può tranquillamente consistere anche nel toccarsi spesso gli occhi con le mani sporche), l’utilizzo continuo ed errato di lenti a contatto è sicuramente un fattore determinante: anche in tal caso è sicuramente fondamentale mantenere un’igiene massima. Anche la congiuntivite può portare alla presenza di orzaiolo, così come l’acne rosacea e malattie croniche di cui soffriamo, come diabete e dermatite seborroica.
Anche per quanto riguarda i sintomi di infezione da orzaiolo parliamo di diverse situazioni. Alcuni sintomi possono riferirsi soltanto ad un rossore e un gonfiore della palpebra. In altre situazioni, invece, si palesa anche un dolore molto intenso, non soltanto al tatto. Di solito, al bordo della palpebra si genera un rigonfiamento che presenta il classico puntino bianco. Altro sintomo comune di infezione da orzaiolo è sicuramente una lacrimazione molto più intensa del normale.
Quest’infezione dell’occhio risulta particolarmente fastidiosa in alcune situazioni. Anche se nella maggior parte dei casi tende a risolversi da sola, se non curata adeguatamente può trasformarsi in qualcosa di peggio: il calazio. Si tratta di una vera e propria cisti, la quale si genera in seguito ad una infiammazione cronica della ghiandola di Meibomio. Alla presenza di calazio, molto spesso è necessario ricorrere ad un intervento chirurgico per risolvere la situazione. Riassumendo, tra i sintomi più comuni troviamo:
Per quanto concerne la diagnosi, non c’è molta difficoltà a riscontrarne la presenza. L’orzaiolo, infatti, si manifesta con sintomi evidenti: basta una valutazione clinica dell’occhio, che il medico è in grado di fare agevolmente, così come è capace di distinguere l’orzaiolo da una cisti. Non si parla, generalmente, di esami clinici specifici. E’ fondamentale, però, recarsi da un medico se la situazione non si risolvere dopo diversi giorni. Importantissimo è non cercare di aprire autonomamente l’orzaiolo, poiché è facile che si rischi di peggiorare la situazione.
Di solito risulta utile fare ricorso ad impacchi caldi da apporre sull’occhio, due o tre volte al giorno. Se non ci saranno miglioramenti, allora sarà necessario avvertire il medico curante per dei consigli sul da farsi. Quest’ultimo è facile che possa presciverci delle pomate o dei colliri antibiotici. Solo quando il problema peggiora e diventa cronico, allora l’orzaiolo necessita di un intervento chirurgico per essere curato.
Alcune soluzioni naturali che possono risultare utili per una cura adeguata sono:
Per quanto riguarda, invece, eventuali medicinali da poter utilizzare, troviamo:
Ma è possibile fare in modo da prevenire l’orzaiolo? In un certo senso sì. Come abbiamo avuto modo di capire, l’orzaiolo non è altro che una patologia di natura batterica, quindi contagiosa. E per questo motivo, si possono mettere in pratica alcuni comportamenti per salvaguardare la nostra salute.
Un primo passo per evitare il contagio è sicuramente, banalmente, quello di evitare di entrare in contatto di retto con chi ne è soggetto. Se viviamo nella stessa casa con una persona che sta soffrendo di orzaiolo, allora bisogna evitare in tutti i modi di condividere la biancheria e altri oggetti di stoffa (per esempio, asciugamani, federe dei cuscini e così via). Ovviamente, anche gli occhiali vanno prima disinfettati a dovere, se si vuol condividerli con qualcun altro.
Altro consiglio utile allo scopo può essere quello di evitare di toccarsi continuamente gli occhi, specie se le mani non sono pulite: è fondamentale che le mani sporche non entrino in contatto con gli occhi. L’orzaiolo è uno dei problemi tipici che ne derivano. E ancora, un accorgimento, che sicuramente risulterà più utile alle donne, è il fatto che bisogna struccarsi adeguatamente prima di andare a dormire: se un prodotto per il make up come il mascara o l’ombretto non è in ottimo stato, potrebbe essere portatore di batteri, i quali attaccano l’occhio.
Anche e soprattutto chi usa le lenti a contatto deve badare all’igiene con massima attenzione. Prima di toccare le lenti, è necessario lavarsi le mani accuratamente: quindi, sia prima, per infilarle, sia prima di toglierle.
C’è poi un altro fattore che risulta particolarmente utile per prevenire l’orzaiolo. Si tratta dell’alimentazione.
Ci sono una serie di alimenti che, grazie alle loro proprietà, sono in grado di prevenire le infiammazioni e persino curarle quando sono in atto. Alcune vitamine sono eccezionali in tal senso. Tra queste:
Proprio quest’ultima, la vitamina E, è particolarmente importante per i nostri occhi. Questa svolge una funzione antiossidante e utile contro le infezioni, come l’orzaiolo. Si può trovare nella frutta secca, come noci e mandorle, e in alcuni semi.
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]]>Quanto può essere fastidioso il torcicollo? In alcuni casi risulta davvero insopportabile. Questa particolare condizione che solitamente colpisce i muscoli del tratto cervicale della colonna...
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]]>Con il termine torcicollo indichiamo proprio un disturbo, una pseudo patologia, come detto non si tratta di una vera e propria patologia, che causa una mobilità dei muscoli del collo o limitata o, in casi estremi, persino nulla. Il dolore cervicale è una caratteristica preponderante del torcicollo: questo può essere più o meno intenso e durare qualche giorno o qualche settimana. Difatti, il dolore stesso è dato dalla contrattura dei muscoli del collo, in particolare quelli laterali. Queste contratture muscolari possono durare diverso tempo, come detto, ma problema ancor più grave è che possono persino ripresentarsi periodicamente.
C’è persino una forma particolare di torcicollo, una forma congenita, che scaturisce da una inclinazione della testa su un lato: questa è dovuta da un ispessimento dei muscoli laterali o per una contrazione del muscolo sternocleidomastoideo.
Sono differenti, come pocanzi accennato, le possibili cause del torcicollo. Oltre al discorso legato ad un problema congenito, già anticipato, le cause possono essere dovuto, per esempio, ad una postura sbagliata assunta di continuo durante la giornata. Questa postura può essere anche assunta durante la notte, mentre si dorme. Anche dei movimenti molto bruschi o dei colpi di freddo possono incidere particolarmente sulla presenza del torcicollo. Anche alcune infezioni e lezioni al rachide cervicale possono portare alla presenza di torcicollo. Di seguito alcune delle cause più comuni del torcicollo:
Tra le cause meno comuni troviamo ernia del disco cervicale, malattie degenerative e malformazioni della colonna cervicale.
Sono svariati anche i sintomi che può portare il torcicollo. Generalmente, si parla di torcicollo, per esempio, quando non si riesce a flettere o roteare il collo: i movimenti di questo tipo portano ad un dolore più o meno intenso, alle volte anche difficile da sopportare. I sintomi, in generale, possono essere riassunti in:
dolore muscolare che può irradiarsi anche fino al braccio (brachialgia);
dolore ai muscoli (cervicalgia);
impossibilità a muovere o roteare il collo;
gonfiore;
mal di festa;
vomito;
sonnolenza.
Abbiamo visto le possibili cause e i sintomi, ma come si fa a curare il torcicollo? Sicuramente esiste una via che segue un percorso farmacologico, quindi grazie all’uso di farmaci e una via invece incentrata su altre soluzioni.
Sebbene nella maggior parte dei casi si tratti di un disturbo che si risolve in pochi giorni, esistono anche dei rimedi farmacologici. Quando il dolore, la rigidità e il fastidio persistono, allora sarebbe utile contattare il proprio medico curante per farsi consigliare il da farsi. Di solito vengono prescritti dei farmaci analgesici e antinfiammatori. Questi aiutano a far rilassare i muscoli e lenire l’infiammazione.
Se il dolore è particolarmente intenso, allora può essere necessario contattare un ortopedico o uno specialista. Se abbiamo ricevuto delle lesinoi conseguenti ad un colpo, allora è sicuramente necessario il consiglio di uno specialista: potrebbe essere necessario l’intervento di un chirurgo.
Se invece si vuole risolvere il fastidio senza fare ricorso ad una cura farmacologica, allora si potrebbero utilizzare dei rimedi naturali. Ci sono una serie di cose che potrebbero risultare particolarmente e alleviare il fastidio. Vediamo nel dettaglio.
Generalmente il calore risulta essere d’aiuto. Ecco perché si potrebbe fare ricorso ad impacchi caldi, i quali consentono di distendere la muscolatura ed evitare che si contragga. Se, invece, il torcicollo è causato da una vera e propria infiammazione, allora si può ricorrere ad una crioterapia, un trattamento che si basa sul freddo: si possomo preparare impacchi o utilizzare una borsa del ghiaccio sulla parte interessata. Il trattamento in questione non deve durare più di un quarto d’ora circa per volta.
Ciò che spesso si sottovaluta, inoltre, è il fatto che bisognerebbe evitare di riposare eccessivamente, visto che il riposo irrigidisce la muscolatura e le articolazioni. Sarebbe opportuno fare un po’ di attività fisica, ovviamente senza sforzi eccessivi (come una camminata) per sciogliersi. Anche degli esercizi specifici possono sortire effetti positivi.
Ci sono sicuramente una serie di cose, inoltre, che potrebbero essere evitate per fare in modo da prevenire il torcicollo. Per esempio, ci sono una serie di abitudini di vita che andrebbero corrette: abbiamo già citato un’errata postura, sia nel dormire che durante la giornata. Questa può essere davvero deleteria. Quando si dorme si dovrebbe evitare di assumere una posizione prona, ma prediligere altre posizioni, come per esempio quella di fianco, con le ginocchia piegate verso il busto.
Altra cosa che sicuramente risulta utile è quella di evitare di prendere colpi di freddo, ovvero sbalzi di temperatura: questi, specie nei mesi più freddi, sono molto dannosi. Basta affacciarsi da una finestra, magari con i capelli bagnati, e si può incorrere in questo fastidio. Anche delle correnti d’aria fisse, dirette proprio verso il nostro collo, sono sicuramente da evitare.
Anche gli sforzi devono essere eseguiti con criterio. A prescindere dal fatto che si faccia attività fisica, oppure no, non sono ideali i movimenti bruschi, violenti, del nostro collo. Questi incidono particolarmente sulla muscolatura. Ma anche lo stress può essere determinante, in tal senso.
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]]>Tonificare il proprio corpo è molto importante, per tutta una serie di fattori che vedremo di seguito. Ma hai pensato a come farlo a casa?...
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]]>Con il termine “tonificazione”, difatti, andiamo ad identificare l’azione che serve a contrastare la perdita di tono muscolare. Il “tono“, tecnicamente, è una proprietà dei nostri muscoli che non si può perdere, ma si può perdere la massa muscolare. Quando abbiamo la sensazione classica di muscoli non tonici, flaccidi, molli, questa è strettamente correlata alla perdita di massa: si palesa una minor flusso sanguigno e un aumento del grasso. E’ sbaglio, quindi, da un punto di vista tecnico, parlare di perdita di tono, visto che ci si riferisce sempre alla massa muscolare. Ci sono alcune ragioni principali per cui si può perdere massa muscolare, tra queste:
Prima di tutto, quindi, andrebbe compreso il perché della condizione che ci sta portando a perdere massa. Inutile dire che sarebbe sempre meglio contattare un medico prima di fare diagnosi personali affrettate e agire in un modo anziché un altro.
Tra i fattori che abbiamo elencato come principali fautori della perdita di massa c’è sicuramente l’alimentazione sbagliata. Ecco perché, solitamente, la prima cosa da fare, è agire su di essa. Il muscolo, non va dimenticato, è composto per la gran parte da acqua: per questo motivo è importantissimo idratare il corpo adeguatamente ed evitare la disidratazione. Se non bevi abbastanza acqua, il corpo sarà costretto a “servirsi” della massa, riducendo difatti quello che comunemente chiamiamo tono muscolare. Per questo (e in realtà per tanti altri motivi), sarebbe opportuno non bere mai meno di 1,5 l di acqua al giorno, meglio se 2. In teoria, come sostengono alcuni studi, si dovrebbe assumere quotidianamente il 3% del proprio peso corporeo in acqua. Altro consiglio è quello di evitare di assumere troppo sodio quotidianamente. Questo elemento, infatti, ha una capacità intrinseca volta proprio ad aumentare la ritenzione idrica e trattenere i liquidi. Evita di mangiare alimenti troppo salati! Anche gli orari per quanto riguarda l’alimentazione, ricordiamo, sono fondamentali per il nostro organismo.
E’ indubbio che un ruolo fondamentale nell’azione della tonificazione lo svolga, inoltre, anche l’attività fisica. Ricordiamo che il miglioramento passerà per l’aumento del volume, della massa. Ci sono tantissimi esercizi specifici che possono essere utili allo scopo e la cosa positiva è che ci sono dei programmi adeguati che possono essere svolti tranquillamente anche a casa. Va da sé che l’attività fisica dev’essere svolta in maniera adeguata, altrimenti può essere soltanto controproducente. Lo sforzo dev’essere commisurato; vanno scelti, poi, gli esercizi muscolari che potrebbero essere più utili al nostro scopo e seguire tutte le regole affinché l’allenamento apporti i benefici sperati.
Se non hai la possibilità di fare sport, o comunque attività fisica all’aperto regolarmente, allora puoi optare per l’allenamento casalingo. E soprattutto puoi optare per un attrezzo incredibilmente utile: stiamo parlando della pedana vibrante. L’uso di una pedana vibrante può essere particolarmente indicato per tonificare e assottigliare la silhouette e rinforzare la massa. Un allenamento con questo particolare attrezzo è così semplice da essere eseguibile da persone quasi di ogni età e parte del corpo: dai glutei, passando per le braccia e gli arti inferiori. Secondo alcuni, si possono trarre vantaggi anche per quanto riguarda la colonna vertebrale. Ma, di preciso, come funziona la pedana vibrante? Si tratta di una pedana semplice che oscilla (solitamente con frequenze che vanno dai 10 Hz ai 60 Hz) e permette di ottenere degli effetti positivi in base alla parte del busto o degli arti su cui è indirizzata.
Considerando che si tratta di un attrezzo dal costo, genericamente, contenuto, quali sono le migliori pedane vibranti in circolazione? Vediamolo insieme.
Sicuramente una pedana che merita di essere citata è questa targata Bluefin. Dotata di due motori indipendenti 3D, quindi con doppia potenza motrice, questa pedana vibrante è nonostante tutto molto silenziosa. Le superfici sono anti scivolo, per garantire migliore aderenza, mentre sono a disposizione diversi strumenti aggiuntivi quali altoparlatni bluetooth, una guida alla dieta e delle bande elastiche, con telecomando elettronico. Sono disponibili, inoltre, 5 modalità diverse per l’allenamento. Si può trovare in commercio a meno di 170 euro.
Altro prodotto di tutto rispetto. Questo tipo di pedana è dotata di 9 programmi preimpostati, con ben 99 velocità regolabili. E’ davvero difficile non trovare un allenamento che faccia al caso nostro con questo attrezzo. E’ presente, inoltre, un comodissimo schermo LCD per vedere tutti i progressi e quante calorie bruciamo con il movimento della pedana. Quest’ultima, inoltre, è molto stabile: permette di essere utilizzata da persone che pesano fino a 120 kg. Anche in questo caso ci troviamo difronte ad un prezzo che si aggira attorno ai 170 euro.
Anche in questo caso parliamo di due motori 3D, con 120 livelli di intensità (utili in ogni direzione, verticale e orizzontale). Dotata di display touch, questa pedana offre una vastità di tipologie di allenamento enorme. Bastano 10 minuti di esercizi al giorno per vederne i risultati. Prezzo consigliato intorno ai 350 euro.
Questa pedana vibrante è utilizzata da molti appassionati di fitness. Mette a disposizione ben tre tipologie di allenamento diversi (indirizzato alla perdita di grasso, al rafforzamento dei muscoli e al miglioramento della circolazione sanguigna). Persino la densità ossea può vedere un miglioramento evidetente durante gli allenamenti caratterizzati dalle vibrazioni di questo attrezzo. Prezzo molto contenuto, parliamo di meno di 100 euro.
Altra pedana vibrante che grazie alle vibrazioni molto efficaci consente una contrazione di alto livello. E’ dotata di un sistema tecnologico professionale, che garantisce un movimento generato dalle vibrazioni di sicura efficacia. Aiuta a tonificarsi con 99 livelli di intensità e ben 5 programmi di allenamento.
Questa è una delle migliori pedane vibranti in circolazione. Questa pedana, infatti, è adatta in maniera particolare ai principianti che vogliono tenersi in forma con allenamenti giornalieri, senza andare in palestra. Permette di rassodare e rinforzare la struttura ossea, senza sollecitare articolazioni e legamenti. Anche in questo caso è presente un display LCD utilissimo per seguire i progressi ottenuti con la pedana vibrante.
La pedana vibrante Atmonas è un altro prodotto di tutto rispetto. Una delle particolarità del prodotto è il fatto che possa essere utilizzata persino da due persone contemporaneamente, vista l’ampiezza della pedana. Il motore consente la modalità 3D e 4D, in entrambi i casi molto silenziosa. 10 minuti con questo attrezzo, in alcuni casi, potrebbero equivalere a un’ora di jogging. Disponibile, tra gli articoli correlati, anche il telecomando per l’uso della pedana ancora più in comodità. 99 livelli diversi di velocità, schermo LCD.
Altro prodotto Bluefin di eccellente fattura. In questo caso, la pedana vibrante funziona servendosi anche dei supporti per le braccia in alluminio, per donare maggiore stabilità. Dotata di misuratore mbi/imc, utilissima anche per gli squat. Utilissimi anche gli altoparlanti, tra gli articoli correlati. E’ possibile scegliere tra ben 10 programmi di allenamento e 180 intensità diverse.
Anche qui ci troviamo difronte a una delle migliori pedane vibranti. Sistema di vibrazione multi direzionale, con due motori e ben 120 livelli di intensità. Controllo rapido d’allenamento, anche attraverso app e smartphone.
Tra le pedane vibranti più pratiche e facili da usare troviamo anche questo prodotto Fitodo. Consente di bruciare grassi, tonificare la massa e stimolare la circolazione sanguigna. Assai intuitiva, si possono scegliere ben 120 livelli di velocità per quanto riguarda le vibrazioni. Dotata di Bluetooth e porta USB. Tutti i progressi si possono seguire attraverso il display LCD.
Si potrebbe parlare anche di controindicazioni nell’uso di pedane vibranti. Anche se non si tratta di problematiche particolarmente comuni, va detto che questo strumento non dovrebbe essere mai utilizzato da persone che hanno patologie particolari o comunque sono in condizioni incompatibili, in generale, con l’attività fisica. Per esempio, non dovrebbero essere usate, le pedane vibranti, da donne in stato interessante, a prescindere dall’avanzamento; da persone cardiopatiche; da persone con problemi ortopedici, con particolare riferimento a quelli della schiena; da persone con problemi ai legamenti. Prima dell’acquisto, andrebbe sempre tenuto conto del consiglio di un medico, perché si potrebbe andare incontro a dei danni per la nostra salute anche abbastanza significativi. Si può anche richiedere il consiglio di un professionista del settore. In diversi casi, sarebbe meglio chiedere prima il consiglio di un esperto: per esempio, se siamo solitamente soggetti ad emicranie molto pesanti; se soffriamo di epilessia; se abbiamo patologie molto importanti, cardiache e non; se siamo diabetici; se abbiamo delle protesi a degli arti; se abbiamo avuto trombosi; se abbiamo cicatrici recenti; o se soffriamo di calcoli renali.
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]]>L’ unghia incarnita è un disturbo davvero fastidioso, il quale dev’essere affrontato in maniera molto seria, poiché potrebbe comportare anche problematiche più serie. Di cosa...
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]]>Non c’è molto da sapere circa la diagnosi dell’osteocondroma, termine tecnico che sta proprio per unghia incarnita. Difatti, si parla prevalentemente di un esame visivo del medico, nella maggior parte delle ipotesi. In casi però più complessi, non è escluso che lo specialista opti per una serie di esami d’approfondimento, tra questi:
Proprio la presenza di tessuto di granulazione si potrebbe manifestare come una sorta di tumefazione, abbastanza solida, spesso sanguinolenta e di coloro rosso o tendente al viola.
Risulta, però, di sicura importanza cercare di capire come si possa manifestare la problematica dell’ unghia incarnita. Non si tratta di una problematica rara, anzi, è piuttosto comune. Come già anticipato, questa si manifesta nelle situazioni in cui la lamina ungueale, zona laterale dell’unghia, cresce penetrando nella cute intorno all’unghia (il solco peringueale). Generalmente, il problema dell’unghia incarnita colpisce prevalentemente l’alluce e soltanto una porzione laterale dell’unghia. Sebbene non vi siano particolari incidenze, sembra manifestarsi maggiormente tra i giovani tra i 20 e i 30 anni d’età. Potrebbe essere decisivo, in tal senso, il fatto che durante l’adolescenza l’eccessiva sudorazione rende le lamine ungueali dei piedi più morbide e si potrebbero più facilmente scheggiare.
Sicuramente una delle cause più frequenti è quella relativa all’errato modo di tagliare le unghie dei piedi. Può capitare di tagliare la porzione di lamina, quindi gli angoli dell’unghia, e in questa maniera si possono manifestare degli spigoli molto taglienti: questi, a loro volta, potrebbero lesionare il tessuto peringueale generando infezioni. La situazione peggiora quando poi l’unghia comincia a crescere.
Le unghie incarnite, però, potrebbero tranquillamente verificarsi anche per delle calzature non adeguate. Nella fattispecie, quando queste sono eccessivamente strette, la pressione potrebbe essere deleteria e stringere le pareti carnose dell’alluce verso la lamina ungueale: se questa dovesse presentarsi troppo appuntita, allora si potrebbe incorrere nella problematica sopracitata. In questa situazione, l’ infiammazione si palesa sin da subito in maniera abbastanza evidente e dolorosa.
Ma può essere anche la stessa natura dell’unghia dell’alluce a portare alle problematiche dell’unghia incarnita. Questa, solitamente, ha una predisposizione naturale a crescere in maniera errata, verso quindi il derma circostante. Anche un dito significativamente più largo rispetto all’unghia potrebbe far sì che si palesi l’osteocondroma.
Ci sono, poi, altre possibili cause:
L’ unghia incarnita prevede una serie di cure, che nelle situazioni più gravi potrebbero persino rendere necessario l’intervento chirurgico. Inutile dire che la parola finale, in tutti i casi, dev’essere sicuramente quella del podologo: solo quest’ultimo è in grado di fornire le giuste indicazioni in merito. Se si aspetta tanto tempo, la lamina ungueale potrebbe lesionare ulteriormente il derma del solco peringueale e provocare delle infezioni sicuramente serie per la nostra salute. Per persone con problematiche pregresse, come i diabetici, si possono correre rischi anche rilevanti: d’altronde, il piede diabetico è un disturbo che prevede l’intervento di specialisti.
E’ impensabile pensare che l’unghia incarnita possa guarire tranquillamente da sola. Ciò non accade e comunque sia è un pericolo eccessivamente rilevante da dover correre. Ci sono una serie di rimedi, che va detto, ancora una volta, possono soltanto fungere da palliativi, in attesa di un consulto di uno specialista. Vediamo insieme come un’unghia incarnita può essere trattata in maniera “casalinga”.
Un trattamento molto comune è quello che prevede un pediluvio in acqua calda, ma non eccessivamente, con del sale: questa operazione dovrebbe essere effettuata diverse volte al giorno e per una durata di almeno venti-venticinque minuti. Ciò dovrebbe, parzialmente, diminuire il gonfiore e ammorbidire la zona nei pressi dell’unghia. Fondamentale, però, dopo di ogni lavaggio, asciugare adeguatamente i piedi, altrimenti si potrebbe incorrere in problema anche peggiore. Se si ha ormai la certezza che si sta palesando l’unghia incarnita, allora sarebbe meglio optare per delle calzature e dei calzini (o calze) molto larghe e comode. Sarebbe ancora meglio indossare dei sandali. A casa, comunque, fondamentale tenere i piedi più liberi possibile. Usare per la medicazione sempre delle garze sterili
Sarà comunque soltanto lo specialista, il medico chirurgo in casi più gravi, a consigliarvi se ricorrere ad un piccolo intervento o continuare con delle cure più blande, accoppagnate dall’utilizzo di medicinali come paracetamolo e ibuprofene. E’ ovvio che se si palesasse un’infezione batterica, allora sarà necessario intervenire con un antibiotico.
Lo specialista, solitamente interviene con una medicazione o predisponendo, come detto, un intervento chirurgico. Nelle situazioni meno gravi, si procede alzando leggermente l’unghia e cercando di liberare la stessa dalla cute che la ricopre: a quel punto si cerca di inserire un po’ di garza sterile, proprio tra il solco ungueale e l’unghia stessa. Importantissimo, in tal caso, cambiare la garza almeno una volta al giorno per scongiurare l’insorgere di infezione. Dopo un determinato periodo seguendo questa cura, l’unghia incarnita potrebbe guarire.
Ci sono, però, situazioni in cui le unghie incarnite non guariscono ed è necessario l’intervento chirurgico. Come si svolge? Semplificando, l’intervento viene svolto asportando la parte di unghia incarnita con un’incisione (attuata con uno strumento particolare): solitamente si ricorre ad anestesia locale. In casi più gravi, potrebbe essere persino necessaria l’asportazione compleda dell’unghia. Questo poi potrebbe portare ad altre problematiche, che non stiamo qui ad analizzare: di solito, un’unghia per ricresce impiega almeno tre o quattro mesi.
Ci sono una serie di accorgimenti utili a prevenire il problema delle unghie incarnite. Da precisare che, una volta palesatesi la problematica, c’è una percentuale più alta che possa ripresentarsi. Ergo, seguire questi consigli può essere utilissimo in tutte le situazioni. Tra i consigli principali troviamo:
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]]>Ne avrai probabilmente sentito parlare, forse però non sai precisamente di cosa si parli. Stiamo parlando di una pianta eccezionale, l’ Aneto. Si tratta di...
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]]>Se guardiamo all’aspetto esteriore e, vagamente, al profumo, la pianta di Aneto (scientificamente Anethum graveolens L., che significa proprio “odore pesante”) potrebbe ricordare quella del finocchio selvatico: difatti è molto simile a quest’ultima pianta. I meno esperti, infatti, spesso confondono le due piante, le quali hanno proprietà e soprattutto gusto completamente diversi. La pianta, che appartiene alla famiglia delle Ombrelliferae, si presenta con dei piccoli fiori gialli. E’ originaria del Medio Oriente, precisamente dell’India, ed ha un sapore molto pungente. Potrebbe sembrare strano, ma la pianta di Aneto appartiene alla stessa famiglia di altre piante molto più comuni come quelle del prezzemolo, dell’anice verde, del coriandolo e del finocchio, appunto.
Si possono utilizzare anche i semi, che sono marroni o verdi e caratterizzati da alcune striature particolari, oltre che le foglie. Quando sono freschi, i semi, hanno un odore molto piacevole, una volta essiccati assumono un aroma molto potente.
La pianta di Aneto, e i suoi semi, ha delle proprietà davvero molto interessanti che vale la pena di elencare. Difatti, questa pianta, viene utilizzata da diversi secoli per curare una serie di disturbi, in particolare per quanto riguarda i problemi gastrointestinali: le proprietà terapeutiche dell’ Aneto sono note da anni. Vediamo nel dettaglio 5 proprietà note.
In primo luogo, per quanto riguarda tutto ciò che concerne il nostro stomaco o comunque apparato digerente in generale, la pianta e i semi di Aneto possono essere utili per risolvere problemi di:
La pianta ha proprietà carminative, questo significa che favorisce l’espulsione di aria e gas dallo stomaco e, grazie alle capacità antispasmodiche, risulta utilissimo contro coliche e singhiozzo.
Ma non è tutto. Risulta essere utilissima anche per combattere l’alitosi e la ritenzione idrica, visto che ha un potere diuretico eccellente. In generale, ha delle doti depurative e calmanti: moltissime persone la utilizzano, sotto forma di tisana, per dormire e riposare meglio.
Continuando nell’excursus, moltissimi studi dimostrano come la pianta erbacea dell’Aneto può essere utilizzata anche per problemi legati a funghi e microbi in generale, viste le sue proprietà antimicrobiche e antifungine: ciò significa che che le foglie e i semi possono essere utilizzati per rinforzare il nostro sistema immunitario.
Alcuni studiosi, inoltre, sostengono che l’Aneto abbia anche delle proprietà validissime per combattere alcuni tipi di cancro: sarebbe dotato, infatti, di principi attivi particolari (i monterpeni) che stimolano la secrezione di un enzima, il glutatione-S-Tranferase, fortissimo antiossidante che ha proprietà curative nei confronti di alcuni cancri.
Ma non è tutto. Tra le proprietà dell’Aneto troviamo anche la capacità di curare e rigenerare le unghie: in questo caso si possono usare sia i semi di Aneto che le foglie e preparare degli impacchi particolari.
Come potete vedere, la pianta di Aneto seppur assomigliando parecchio al finocchio selvatico, da un punto di vista prettamente esteriore, ha tantissime proprietà in più, utili per il nostro benessere, e soprattutto è caratterizzato da una versatilità incredibile. La storia delle proprietà delle foglie di Aneto è strettamente legata alla medicina popolare. Basti pensare che veniva utilizzato già diversi secoli fa, nel Medioevo: venivano fatti degli infusi con semi e foglie per preparare l’acqua del morso, un antichissimo rimedio che usavano le mamme per calmare i figli piccoli quando soffrivano delle colichette tipiche dei neonati. Anche la capacità di combattere il singhiozzo era nota nel Medioevo: pare che lo stesso Carlo Magno facesse uso di olio di Aneto durante le sue cene.
Sarebbe utile anche essere a conoscenza dei valori nutrizionali e delle calorie specifiche dell’Aneto. Ecco di seguito:
100 g di Aneto:
• 45 kcal;
• Proteine 3,46 g
• Carboidrati 7,02 g
• Grassi 1,12 g
• Colesterolo 0 mg
• Fibra alimentare 2,1 g
• Sodio 61 mg
Ma vediamo adesso come usare in cucina l’Aneto, per creare degli infusi e delle ricette sicuramente particolari; ricette che provengono anche da altri Paesi. Molte di queste, infatti, derivano dal Medio Oriente, mentre altre sono già diffuse da secoli in Europa.
· Nei sottaceti – L’aneto è usato da anni, specie nel nord Europa, come aroma per i sottaceti;
· In Svezia, inoltre, viene usato per insaporire un po’ di tutto, come una sorta di spezia (per esempio nel salmone, sulle uova, sulle patate e così via);
· In Grecia viene usato per insaporire il pane, in alcuni casi.
L’abbinamento con patate, carni alla griglia, pesce e in generale le verdure bollite è di sicuro impatto: il contrasto di sapori rende i piatti eccezionalmente gustosi. Ma come abbiamo già accennato, l’Aneto veniva usato già nell’antica Roma: perché non provare qualcosa di davvero particolare? Una ricetta, non troppo distante dai gusti attuali, era composta da uova e piselli: le uova erano sbattute e si utilizzava una piccola quantità di aneto per aromatizzare il tutto.
Ma anche i liquori e l’olio di Aneto erano diffusi già secoli fa. L’olio essenziale di semi di Aneto è acquistabile sia in erboristeria che in negozi di cosmetica. L’uso dev’essere fatto goccia a goccia e può essere utile sia in ambito culinario, per aromatizzare cibi e bevande, ma anche per profumare gli ambienti, tramite vaporizzatori o particolari lampade per aromi. Viene utilizzato anche in creme per il corpo e bagnoschiuma.
Attualmente, per quanto riguarda prettamente la cucina italiana, viene utilizzato come aromatizzante su verdure lesse, ma anche verdure marinate, come si potrebbe utilizzare il timo, la maggiorana, o il prezzemolo, ma ha sicuramente un gusto molto più forte, più particolare. Anche sulla carne alla griglia l’Aneto può fare la sua figura. Avete mai provato, poi, questa particolare erba su un formaggio fresco o sullo yogurt magro? Lo consigliamo vivamente!
Per quanto riguarda i semi, questi sono diffusi e utilizzati per liquori, marmellate e conserve varie.
L’Aneto è una pianta eccezionale e, sebbene non ci siano delle controindicazioni particolari nell’uso, vanno sicuramente chiarite alcune cose. In particolare, il fatto che le foglie di Aneto, o i semi, vadano assunti di solito in dosi comunque contenute: si tratta di un’erba dal sapore forte. Questo potrebbe far sì, a lungo termine, che si possa diventare ipersensibili ai suoi effetti, ed ottenere l’effetto contrario. L’uso dev’essere moderato ed oculato: l’Aneto, infatti, ha anche discrete quantità di zucchero.
Stesso discorso vale per l’olio di Aneto utilizzato sulla pelle. Un uso troppo frequente potrebbe persino portare delle irritazioni. Sempre rimanendo in tema di olio per la pelle, questo ha anche una capacità particolare di attirare i raggi solari, quindi state attenti se vi mettete al sole dopo esservelo spalmati!
Cosa nota, inoltre, è che l’Aneto sia particolarmente sconsigliato durante la gravidanza: questo, difatti, può stimolare particolarmente il ciclo mestruale e, addirittura, se fatto un uso molto intenso può persino avere delle capacità abortive.
Ci sono, poi, ulteriori curiosità a riguardo. Più che altro delle curiosità che riguardano l’Aneto. Nell’antica Roma, in cui come abbiamo detto era già assai diffusa, questa veniva usata dai gladiatori per aromatizzare il proprio cibo, in quanto pare aumentasse la forza fisica. Negli Stati Uniti, invece, veniva utilizzato per calmare i bambini in chiesa.
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]]>È vero che il cortisone fa ingrassare? Perché? Ecco come prevenire l’aumento di peso e gonfiore. Il cortisolo è un ormone prodotto dalle ghiandole surrenali....
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]]>Il cortisolo è un ormone prodotto dalle ghiandole surrenali. Oltre a produrre quella sensazione di “combatti o scappa” che sentiamo quando siamo sotto stress, il cortisolo ha anche l’importante funzione di ridurre l’infiammazione nel corpo.
È la forma attiva del cortisone che è un corticosteroide insieme a prednisone, prednisolone, idrocortisone e budesonide.
Sono farmaci altamente efficaci nel ridurre l’infiammazione, ma portano anche alcuni effetti collaterali. Uno di questi è l’aumento di peso. Ecco perché ingrassiamo quando assumiamo cortisone e cosa possiamo fare a riguardo.
Prima di continuare, sappi che Amazon ci sono molti prodotti detox utili dopo aver fatto cicli di cortisone,
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uno lo trovi cliccando qui.
Come accennato, il cortisone aiuta a ridurre l’infiammazione e le risposte immunitarie. Può anche essere usato come terapia sostitutiva per alcuni ormoni. È un farmaco utilizzato per trattare quindi diverse condizioni, tra le quali:
Il cortisone appartiene a una classe di farmaci chiamati glucocorticoidi. Una classe di farmaci è un gruppo di medicinali che funzionano in modo simile. Questi vengono spesso utilizzati per trattare condizioni similari.
Stiamo parlando di un farmaco steroideo che aiuta a ridurre il gonfiore e l’infiammazione nel corpo. Funziona bloccando il rilascio di molecole che causano l’infiammazione stessa. Ciò impedisce anche al corpo di avere una risposta immunitaria.
Gli steroidi hanno alcuni effetti collaterali, incluso l’aumento di peso ed è anche quello più avverso. Questo è causato da un’alterazione dell’equilibrio elettrolitico e dell’acqua del corpo, nonché del metabolismo. In breve, si sfasa tutto: il modo in cui il corpo usa e immagazzina i lipidi, gli aminoacidi, i carboidrati, le proteine e il glucosio. E questi fattori ci portano a ingrassare causando:
Chi assume cortisone nota un aumento del grasso addominale, del viso e del collo. E anche se possiamo controllare con successo l’aumento di peso indotto dal cortisone, sembriamo ugualmente più pesanti proprio a causa di questa ridistribuzione dei grassi.
Quanto e se ingrasseremo dipende da molti fattori tra cui il dosaggio e la durata della cura. In generale, maggiore è la dose di cortisone e più a lungo lo assumiamo, più è probabile che la pancia si gonfi.
La buona notizia è che una volta che smettiamo di prendere il cortisone e il corpo si riadatta, il peso diminuisce. Ciò non avviene comunque subito, ci vogliono dai sei mesi a un anno.
Per rimediare all’aumento di peso e al gonfiori derivati dall’uso di cortisone, si può usare drenanti e prodotti detox.
Il detox aiuta ad espellere dal corpo le tossine che provocano malessere, ritenzione idrica e gonfiore.
Su internet, ci sono molte recensioni buone sul prodotto Bio Aloe Vera Slim, a base di estratti di aloe selvatica. Il prodotto è molto potente, perciò seguite bene le istruzioni riportate sulla confezione.
Vi consigliamo caldamente l’acquisto sul sito ufficiale, in quanto ci sono spesso promozioni e sconti. Per visualizzare il sito clicca qui o sull’immagine in basso.
Il primo passo è parlare con un medico. A seconda del farmaco che stiamo assumendo e del disturbo che stiamo trattando, potremo avere diverse opzioni terapeutiche.
Il professionista può raccomandare un programma di dosaggio differente o una diversa forma farmacologica. Per esempio, per chi soffre di asma può essere consigliato un medicinale per inalazione che prende di mira direttamente i polmoni, a differenza di una pillola che invece può avere effetti su tutto il corpo.
Non si smette mai l’assunzione di un medicinale senza l’assistenza di un medico. Il cortisone è un farmaco potente che deve essere ridotto in modo graduale. Fermarlo bruscamente può portare a gravi complicazioni di salute come rigidità muscolare, dolori articolari e febbre, per non parlare di possibili ricadute dei disturbi che si stava cercando di tenere a bada.
Per frenare l’aumento di peso, possiamo usare le stesse strategie che si usano per controllare i chili di troppo in generale:
Il cortisone fa ingrassare, sì, lo abbiamo visto, ma è anche straordinariamente efficace nel trattamento di alcune condizioni infiammatorie. Cerchiamo quindi di prevenire l’aumento di peso prima che diventi un problema.
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]]>L’eiaculazione è il rilascio di sperma dal corpo. L’eiaculazione precoce si presenta quando questa avviene prima di quanto un uomo, o il suo partner, vorrebbe...
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]]>L’eiaculazione è controllata dal sistema nervoso centrale. Quando un uomo viene stimolato sessualmente, i segnali vengono inviati al midollo spinale e al cervello. Quando si raggiunge un certo livello di eccitazione, gli impulsi vengono quindi inviati dal cervello agli organi riproduttivi. Ciò fa sì che il seme venga rilasciato attraverso il pene.
Il processo di eiaculazione prevede due fasi: emissione ed espulsione.
si verifica quando lo sperma si sposta dai testicoli alla prostata e si mescola con il liquido seminale per la produzione. Il dotto deferente è un tubo che aiuta a spostare lo sperma dai testicoli attraverso la prostata alla base del pene.
quando i muscoli alla base del pene si contraggono. Questo forza lo sperma fuori da esso. Di solito, l’eiaculazione e l’orgasmo avvengono contemporaneamente. Alcuni uomini raggiungono l’apice del piacere senza eiaculare. Nella maggior parte dei casi, le erezioni scompaiono dopo questo passaggio.
Su Amazon puoi trovare prodotti che molte persone acquistano e ne sono soddisfatte:
Sebbene non sia nota la causa esatta dell’eiaculazione precoce, la serotonina può svolgere un ruolo importante. La serotonina è una sostanza naturale prodotta dai nervi. Un’alta quantità nel cervello aumenta il tempo di eiaculazione. Quantità ridotte, invece, possono abbreviarne il tempo.
Problematiche di tipo mentale possono essere coinvolte nell’eiaculazione precoce:
Gestire i problemi di origine emotiva spesso aiuta a far tornare tutto alla normalità.
L’eiaculazione precoce può verificarsi a qualsiasi età. L’invecchiamento non è una causa diretta, ma per gli uomini più anziani le erezioni potrebbero non essere così solide e non durare a lungo prima che si verifichi l’eiaculazione.
Con questo problema potresti sentire di perdere parte della vicinanza condivisa con il tuo partner sessuale. Ti senti arrabbiato, turbato e provi vergogna, con la conseguenza di allontanare la tua compagna.
L’eiaculazione precoce non è un problema che riguarda solo te ma anche lei. Anche il tuo partner potrebbe essere nervoso a causa del cambiamento dell’intimità sessuale. Ci si può sentire meno connessi, feriti e distanti.
Parlare del problema è un passo importante. La consulenza in coppia o la terapia sessuale possono essere utili. Ancora più importante, una coppia dovrebbe imparare i modi per rilassarsi. L’ansia da prestazione non fa che peggiorare la situazione.
La terapia è un modo per affrontare i sentimenti e le emozioni negative che portano problemi con le relazioni sessuali. La terapia psicologica può essere utilizzata come unico trattamento o può essere accompagnata da una terapia medica o comportamentale.
L’obiettivo è comprendere la fonte dei problemi e trovare le soluzioni che possano porre fine alla condizione. La terapia può anche aiutare le coppie a imparare ad avvicinarsi. Un supporto psicologico può aiutarti a diventare meno nervoso e ispirarti maggiore fiducia e comprensione sessuale, per migliorare la soddisfazione del tuo partner a letto.
La terapia comportamentale utilizza esercizi per aiutare a costruire la tolleranza per ritardare l’eiaculazione. L’obiettivo è aiutarti ad allenare il tuo corpo. Gli esempi includono il metodo start-and-stop, di cui parleremo meglio più tardi.
Non è ancora stato approvato nessun farmaco che tratti l’eiaculazione precoce. Tuttavia, ci sono alcuni medicinali, creme e spray che hanno dimostrato di rallentare l’eiaculazione.
i medici hanno notato che uomini e donne in trattamento con antidepressivi hanno un ritardo nell’orgasmo. Farmaci come fluoxetina, paroxetina, sertralina e clomipramina influenzano i livelli di serotonina. I medici hanno iniziato a usare questi medicinali per una ragione diversa dall’utilizzo originale, per trattare l’eiaculazione precoce.
I farmaci possono essere assunti tutti i giorni o solo prima del rapporto sessuale. Il tuo medico deciderà quando farti assumere un farmaco in base al tuo livello di attività. Il momento migliore per l’assunzione non è ancora del tutto chiaro. C’è chi suggerisce dalle 2 alle 6 ore prima del rapporto sessuale. La maggior parte degli uomini con questa problematica ha la necessità di assumere questi farmaci su base continuativa.
vengono applicate sulla testa del pene circa 20-30 minuti prima del rapporto sessuale. Se lasci agire più a lungo di quanto suggerito, l’erezione potrebbe andare via. Inoltre, la crema (o lo spray) non deve essere lasciata sul pene esposto durante il sesso tradizionale, perché può causare intorpidimento vaginale. Lavare via la crema da 5 a 10 minuti prima del rapporto sessuale. Indossare un preservativo, oltre a proteggerti da malattie veneree, può aiutare a sedare la sensazione sgradevole dell’applicazione.
Due metodi che possono essere utili sono:
mira a migliorare il controllo di un uomo sull’eiaculazione. Si interrompe la stimolazione sessuale nel momento in cui si sente di stare per avere un orgasmo. Si riprende quando la sensazione di orgasmo imminente si è placata.
è simile al modello precedente, ma l’uomo o il partner va a stringere con delicatezza l’estremità del pene per 30 secondi, prima di ricominciare la stimolazione. Va fatto per tre o quattro volte prima di lasciarsi andare.
La pratica è importante e se il problema di eiaculazione precoce persiste può valere di certo la pena parlarne con un medico.
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]]>La dermatite seborroica è causata da una risposta autoimmune e non è contagiosa. Considerata una forma cronica di eczema, appare sul corpo dove si trovano...
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]]>La causa esatta della dermatite seborroica è ancora sconosciuta, ma si sa di certo che sono coinvolti geni e ormoni.
Si tratta di una condizione che può colpire persone di qualsiasi età, inclusi i bambini. Tuttavia, colpisce più comunemente gli adulti di età compresa tra i 30 e i 60 anni e i bambini di età inferiore ai 3 mesi.
Come anticipato, le cause della dermatite seborroica sono sconosciute. Oltre ai geni e agli ormoni anche i microrganismi come il lievito che vivono sulla pelle naturalmente possono contribuire. A differenza di molte altre forme di eczema, la dermatite seborroica non è la conseguenza di un’allergia.
Le persone con determinate malattie che colpiscono il sistema immunitario (HIV, AIDS) e il sistema nervoso (morbo di Parkinson, ecc.), sono ritenute ad aumentato rischio di sviluppare questa fastidiosa condizione della pelle.
I fattori scatenanti più comuni ad ogni modo includono:
può anche colpire persone affette da alcolismo, acne, epilessia e problemi di salute mentale come depressione e disturbi alimentari.
La dermatite seborroica non è contagiosa.
Il trattamento si concentra sull’allentamento della scala, sulla riduzione dell’infiammazione e del gonfiore e sul calmare la sensazione di prurito.
In casi lievi, una crema antimicotica topica o uno shampoo dedicato possono essere sufficienti per controllare i sintomi.
Questi dipendono dal tipo di pelle e dalla sensibilità. Quando si tratta di soluzioni naturali, non esiste un’opzione unica per tutti. Ecco alcuni rimedi naturali che aiutano a tenere a bada i sintomi e curare le riacutizzazioni.
è consigliabile mantenere pulite le aree interessate, soprattutto del viso, lavando ogni giorno con acqua e sapone.
Cerca di ottenere molta luce solare, può fermare la crescita del lievito che infiamma la pelle durante una fase di riacutizzazione della condizione.
Per i sintomi del cuoio capelluto, per gli adulti è l’ideale utilizzare uno shampoo antiforfora che contiene catrame di carbone, acido salicilico, solfuro di selenio o zinco piritione.
Ecco alcuni prodotti utili come shampoo appositi:
ricco di acidi grassi omega-3, è noto per le sue proprietà anti-infiammatorie. Studi scientifici lo dimostrano, l’assunzione di integratori a base di olio di pesce provoca una riduzione dei sintomi cutanei di varie condizioni infiammatorie della pelle.
L’olio di pesce è sicuro, a condizione che sia assunto come indicato. Le madri che allattano dovrebbero essere consapevoli che l’assunzione aumenta il livello di acidi grassi omega-3 nel latte materno. Non assumetelo senza prima aver consultato il proprio medico.
ha proprietà anti-infiammatorie ed è efficacie nel trattamento della dermatite seborroica. L’aloe vera aiuta anche a sopprimere le riacutizzazioni e ridurne la gravità.
Non somministrare l’aloe vera a bambini di età inferiore ai 10 anni senza prima aver discusso sicurezza e dosaggio con un medico.
L’aloe vera viene anche utilizzata per trattare la costipazione, quindi potrebbe avere effetti collaterali come: crampi addominali, diarrea, scolorimento delle urine.
L’uso topico di aloe vera può aiutare a gestire arrossamenti e pruriti. Prima di usarla sulla pelle, controlla le allergie applicando una piccola quantità su un punto della pelle sana di dimensioni ridotte. Se non vi è alcuna reazione entro 12-24 ore, l’uso topico è da considerarsi sicuro.
possono rafforzare il sistema immunitario e ridurre le risposte infiammatorie in tutto il corpo.
Non somministrare ai bambini di età inferiore a 1 anno alcun prodotto contenente probiotici come yogurt o integratori orali. Non sono stati studiati gli effetti per i bambini molto piccoli, non è quindi considerato sicuro proporli come trattamento per i più piccini.
è stato a lungo studiato come trattamento per molte condizioni della pelle. Ha proprietà antibatteriche, antimicotiche e anti-infiammatorie.
L’uso topico dell’olio dell’albero del tè è sicuro, ma dovrebbe essere diluito con un olio vettore come l’olio di cocco o olio di oliva.
Mescolare 3-5 gocce di olio di albero del tè in una tazza di olio vettore prima dell’applicazione. Ciò può aiutare a ridurre il prurito e promuovere la guarigione di chiazze cutanee squamose.
l’olio di enotera, l’olio di borragine e l’olio di semi di ribes nero contengono proprietà che possono aiutare a trattare i sintomi della dermatite seborroica, prurito e rossore. Questi oli devono essere diluiti con un olio vettore prima dell’applicazione.
L’uso di oli essenziali in bambini piccoli, neonati, donne in gravidanza e madri in stato di allattamento non è stato studiato a fondo. Si raccomanda quindi di utilizzarli solo sotto l’accordo del medico. Gli oli essenziali non devono essere ingeriti e devono essere utilizzati solo per via topica o per mezzo di un diffusore.
Nei casi più gravi si potrebbe ricevere una prescrizione per un farmaco corticosteroide lieve, per calmare anche l’infiammazione. Usa i corticosteroidi topici solo come indicato, ossia quando la dermatite seborroica è attiva.
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