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Il gonfiore intestinale è una sgradevole sensazione di pienezza a livello addominale causata dalla presenza di aria e/o feci contenute all’interno, e che può partire a livello dello stomaco (in caso di carenze enzimatiche) o a livello intestinale.

Può essere presente in maniera isolata, o accompagnarsi ad altra sintomatologia che può essere molto variegata. Si va infatti da eruttazioni o flatulenze a dolori addominali, passando per fenomeni diarroici o di stipsi, fino ad arrivare a sintomi più generali come il mal di testa e stanchezza cronica.

Da cosa è causato

Ci sono moltissime cause che possono comportare gonfiore a livello intestinale.
Eccone alcuni esempi.

Aria ingerita

Con l’ingerimento di grosse quantità d’aria (basti pensare a chi mangia voracemente, con molta fretta, o in caso di uso frequente di chewing-gum o prodotti gassati, ad esempio aranciate, cola, o altre bevande frizzanti, acqua inclusa), si può arrivare ad un accumulo di gas a livello intestinale, con conseguente sensazione di gonfiore.

Disbiosi (fermentativa o putrefattiva)

Se fosse solo l’aria ingerita, sarebbe facile risolvere il problema: basterebbe capire la causa e prestare maggiore attenzione a riguardo.

Ma non sempre è l’aria ingerita il problema. Infatti vi possono essere dei fenomeni fermentativi, le cosiddette disbiosi intestinali, causate da uno squilibrio della flora batterica presente nel nostro corpo, come ad esempio la disbiosi fermentativa, che portano ad una abnorme produzione di aria a livello intestinale.

Come mai succede tutto ciò? A causa dello squilibrio delle specie microbiche intestinali, può succedere che qualche specie che normalmente non è così abbondante, si faccia largo rispetto alle altre specie commensali. Questo può essere dovuto ad un’alimentazione non particolarmente curata (in questo caso, dovuto ad un eccesso di carboidrati, come pane e pasta, frutta e verdura), che nutrono in maniera squilibrata la flora.

Normalmente, dovremmo assumere con un certo equilibrio quote di carboidrati, proteine, grassi e fibre che rispettino la fisiologia umana e per cui siamo stati in un certo senso programmati.
Ogni essere vivente, infatti, ha delle abitudini alimentari che permettono l’accostamento di specie commensali al suo interno, con grande vantaggio sia dell’ospite (per protezione da altri batteri, produzione di vitamine, facilità di scomposizione degli alimenti, ecc.), sia dell’ospitato (nutrimento praticamente garantito). Quando questo equilibrio viene spezzato, si va incontro alle disbiosi, quindi disequilibri delle specie commensali.

Quando questo è dovuto ad un eccesso di carboidrati, parliamo di disbiosi fermentativa, in quanto i carboidrati, nelle loro varie forme, sono un ottimo nutrimento per molti batteri. Questo porta però alla loro fermentazione, con eccessiva produzione di gas.

Quando l’equilibrio viene spezzato a causa di un’alimentazione troppo sbilanciata sulle carni (quindi proteine), e non sufficiente compensata da frutta e verdura, si va incontro a una forma di disbiosi definita putrefattiva.
Questo infatti porta alla putrefazione di questi alimenti all’interno dell’intestino, a causa di una scarsa presenza di fibre (appunto, frutta e verdura), che ha come conseguenza un transito rallentato e quindi maggior tempo per la degradazione di questi composti. Proprio per questo transito rallentato, si va incontro a fenomeni di stitichezza (le feci infatti risulteranno caprine, ovvero secche e a forma di palline separate l’un l’altra, quando normalmente dovrebbe essere un unico grande frammento a forma di salsiccia) e a flatulenze con odore estremamente pesante. Infatti, l’aria ingerita e poi espulsa, passa attraverso questi elementi che hanno maggior tempo di degradazione al loro interno e che, a causa della flora che li degrada, porta alla produzione di elementi come cadaverina e putresceina (o putrescina), dall’odore estremamente forte.

Intolleranze

Un’altra causa può essere riconducibile ad eventuali intolleranze.
Quest’ultime portano infatti ad un mancato assorbimento di alcuni alimenti, che scorrendo velocemente nell’intestino senza essere degradati (e infatti frequentemente portano a fenomeni diarroici), fungono da nutrimento per alcuni batteri che normalmente non vengono a contatto con certi alimenti (in quanto verrebbero degradati da una differente flora batterica che si trova in una porzione precedente di intestino), portando comunque a fenomeni fermentativi (questo perché la nostra flora intestinale è composta da batteri e lieviti, che agiscono con meccanismi fermentativi).

Antibiotici

Altra possibile causa di gonfiore addominale è dovuta ad un uso frequente di antibiotici.
Gli antibiotici, infatti, hanno effetto sistemico nella maggior parte dei casi, di conseguenza, anche i deboli batteri intestinali soccombono in loro presenza.

Non è un caso che dopo alcuni interventi (che comportano uso di antibiotici), sia necessario seguire un’alimentazione corretta, e magari aggiungere dei probiotici, ovvero batteri benefici, e prebiotici, i nutrimenti di questi batteri benefici, al fine di ricostituire una corretta flora intestinale.

Carenza o eccesso di fibre

Mangiare frutta e verdura viene sempre visto come un toccasana. Non a caso sono nate negli ultimi decenni delle mode alimentari, come nel caso di vegetariani o vegani, che comportano un ridotto uso di certi alimenti animali.
Il che potrebbe essere un’ottima mossa. Il problema è che è necessario seguire le indicazioni dei medici nutrizionisti: facendo da sé, con la semplice esclusione di certi alimenti e con l’aumento conseguente di alimenti vegetali e quindi di fibre, si può portare ad un’eccessiva fermentazione intestinale, quindi gonfiore e flatulenze, oltre a possibili fenomeni irritativi intestinali.

Dal lato opposto, invece, un consumo troppo basso di fibre può portare a gonfiore per una disbiosi putrefattiva, oppure ad un gonfiore non caratterizzato da aria, ma presente a causa di fenomeni di stitichezza che portano inevitabilmente ad accumulo di feci secche all’interno.

Cause di maggiore importanza

Ovviamente il gonfiore non dipende esclusivamente da cosa assumiamo. Vi possono essere anche cause di natura infiammatoria cronica, come la rettocolite ulcerosa e il morbo di Crohn. Se avete avuto casi in famiglia e avete il sospetto che sia questo, conviene andare direttamente dal medico.

Cosa può comportare

A meno che non si tratti di patologie maggiori, questi fenomeni di gonfiore non portano a gravi problematiche. Saranno più che altro fenomeni di disagio, causati sia da eccessiva aria e quindi flatulenze ed eruttazioni (che, per chi deve stare sempre a contatto col pubblico, possono essere un bel problema), sia da fenomeni diarroici (quindi preoccupazione su dove andare in bagno fuori casa), sia fenomeni di stitichezza con conseguente disagio addominale. Nel caso del malassorbimento, dovuto magari a intolleranze, può esservi anche una stanchezza cronica a causa di un ridotto assorbimento dei principi nutritivi.

Cosa attenzionare

Dopo aver letto questo lungo elenco di possibili cause, sta a voi attenzionare i comportamenti sbagliati dal punto di vista alimentare. Questi ultimi vanno modificati, e se la situazione non cambia, può essere consigliabile rivolgersi direttamente ad un medico.

Rimedi e cure

Nel caso di problematiche leggere, consigliamo un diario alimentare dove appuntare ogni alimento assunto durante la giornata. Questi alimenti andranno poi raggruppati in categorie (latticini, carni, verdure, frutta, carboidrati da pasta e pane, ecc.) e poi in sottocategorie (sarebbe sbagliato togliere del tutto le verdure ad esempio. Meglio quindi fare delle sottocategorie in modo tale da fare una suddivisione più specifica).

Di conseguenza andrà valutato il comportamento del corpo con l’allontanamento di questi alimenti per un breve periodo di tempo. Appena trovata la causa scatenante, allontanare l’alimento per alcuni mesi, per poi reintegrarlo poco a poco, con dosi via via crescenti.

Nel caso dei latticini, invece, potrebbe esserci un problema enzimatico alla base, quindi converrebbe assumere delle lattasi (enzimi appositi) oppure eliminare del tutto gli alimenti con lattosio.

È in ogni caso sempre necessario il parere del proprio medico o di uno specialista prima di fare qualsiasi cosa, sconsigliamo di fare di testa propria, in quanto il problema, se non ben individuato, con una terapia sbagliata potrebbe addirittura peggiorare


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