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Hai mai sentito parlare del nervo vagale? Probabilmente sì. Si tratta di un nervo molto particolare che, secondo alcuni studi abbastanza recenti, sarebbe strettamente correlato a disturbi di ansia e digestivi. Ma vediamo per bene di cosa stiamo parlando.

Nervo vago di destra e di sinistra: informazioni utili

Quando parliamo di nervo vago facciamo riferimento ad un nervo cranico, per la precisione il numero dieci di dodici paia di nervi cranici che nascono, appunto, dalla scatola cranica (nel midollo spinale) e che passano per il foro giugulare, verticalmente, poi per il collo, fino ad arrivare al torace e all’addome. Il suo nome, vago, non è assolutamente casuale: questo nervo, infatti, si potrebbe dire che vaghi per gran parte degli organi dell’addome e in particolar modo di stomaco e intestino. D’altronde “vagus” in latino significa vagabondo. In realtà, dovremmo parlare di nervi vaghi, visto che ci troviamo difronte ad un nervo vago di destra e uno di sinistra.

Funzioni del nervo vago

Ma vediamo nel dettaglio che funzioni svolge il nervo vago. Questo, come hanno dimostrato i vari studi scientifici svolti, interviene in maniera molto diretta sulla sensibilità delle mucose respiratorie e consente di trasmettere persino il ritmo della respirazione: innerva, tra le altre cose, anche l’esofago, la trachea, i bronchi, la laringe e la faringe. Il nervo vago riesce a informare il cervello su tutto quello che succede in alcuni organi del corpo umano, come quelli dell’addome. Se abbiamo lo stomaco o l’intestino infiammati, anche il nervo vago ne risentirà in qualche modo. Oltre a questo, una scoperta interessante fu fatta dal neurochirurgo Kevin Tracey, il quale una ventina d’anni fa, riuscì a comprendere la stretta correlazione tra nervo vago e attività anti infiammatorie: questo perché consente di produrre acetilcolina.

In linea generale, semplificando, possiamo riassumere in questa maniera le varie funzioni del nervo vago:

  • Controlla movimenti muscolari e respirazione;
  • regola il battito cardiaco;
  • regola funzionamento del tratto digestivo (contrazione dei muscoli e digestione);
  • invia informazioni al cervello sugli organi;
  • aiuta il rilassamento.

Correlazione tra nervo vago e ansia

Sicuramente, però, una delle cose più particolari ed interessanti che sono state scoperte è la correlazione stretta tra nervo vago e ansia. Per capire tutto ciò che correla i due aspetti, bisognerebbe però prima capire qualcosa di specifico circa il sistema nervoso. Quest’ultimo è suddiviso in due parti, potremmo dire, due opposti: si parla di sistema nervoso simpatico e parasimpatico. Il primo riesce a fare in modo che possiamo svolgere delle azioni fisiche, preparandoci quindi ad esse con la produzione di ormoni particolari (come l’adrenalina); il secondo, invece, svolge una funzione di rilassamento e riposo. Potremmo dire che svolgono una funzione opposta per accelerare e attivare il corpo o per “frenarlo”. Il sistema parasimpatico, che più ci interessa quando parliamo di nervo vago, ci aiuta a rilassarci con la produzione di acetilcolina, che riesce a ridurre la frequenza cardiaca e la pressione del sangue. Secondo alcuni studiosi, sarebbe corretto asserire che il nervo vago controlli il sistema nervoso parasimpatico: ciò significa che interviene in maniera diretta su movimenti involontari e volontari (dal battito del cuore ai movimenti delle mandibole). Ma entriamo nello specifico per comprendere a fondo questa correlazione particolare.

Nervo vago e sistema nervoso parasimpatico

Quando il nostro corpo è sottoposto a situazioni stressanti, viene automaticamente attivato il sistema nervoso simpatico: se la condizione di stress continua a lungo, si potrebbero avere dei sintomi seri: difatti, viene attivata l’area legata all’ipotalamo alla pituitaria e alla surrenale; ma anche quella legata al cervello e all’intestino.

Quando il corpo è sottoposto a stress, il cervello aumenta la produzione di alcuni ormoni che passano dall’ipotalamo alla ghiandola pituitaria e permettono l’ aumento delle secrezioni di un altro ormone particolare (ACTH), il quale passa fino alle ghiandole surrenali e stimola la produzione di cortisolo e adrenalina: questi causano abbassamento delle divese immunitarie e difatti alla lunga potrebbero far scaturire una infiammazione. Tutto questo percorso arriva a generare in noi la sensazione di stress e ansia: quando ci troviamo sottoposti a grosso stress, è molto più facile che ci ammaliamo. Oltretutto, lo stress a lungo andare, insieme all’ansia, possono causare un aumento di produzione di glutammato nel cervello: questo neurotrasmettitore, se prodotto in quantità eccessiva, potrebbe provocare, come sintomi, nella migliore delle ipotesi emicrania e fortissimi mal di testa; ma in casi estremi potrebbe persino portare a depressione e forte ansia.

I disturbi legati al nervo vago possono portare a sintomi differenti, tra questi:

  • problemi digestivi e gastrointestinali (in particolare della peristalsi intestinale) ;
  • aritmie cardiache;
  • vertigini;
  • frequenza respiratoria errata;
  • disturbi umorali;
  • ansia.

Nervo vago e problemi digestivi

Come abbiamo precedentemente accennato, il nervo vago svolge un ruolo importante anche per quanto riguarda le funzioni digestive. Quando questo, ergo, ha delle difficoltà, è evidente che ne risentirà anche la digestione: possiamo riscontrare disturbi di acidità di stomaco, gonfiori intestinali e problemi gastrici. Difatti, agendo sul sistema parasimpatico, il nervo vago riesce a favorire il rilassamento muscolare e di conseguenza può essere determinante per una corretta digestione.

Infiammazione del nervo vago? Non proprio

Non si può parlare, però, effettivamente di una vera e propria infiammazione del nervo vago quando parliamo di questo tipo di sintomi. Questo perché, scientificamente, non si fa menzione di questa terminologia da nessuna parte. Non è scientificamente provato che questo nervo possa infiammarsi, anche se comunemente viene utilizzata questa espressione. Potremmo dire che in realtà i sintomi sono legati principalmente al cervello, da cui parte proprio il nervo sopracitato. E’ proprio da lì che partono i disturbi, soprattutto quelli legati allo stress: in alcuni casi, questi disturbi si riversano sul nervo vago.

Stimolazione del nervo vago

Ci sono diverse tecniche che possono essere prese in considerazione per migliorare il tono vagale, e difatti attivare in maniera adeguata il sistema nervoso parasimpatico, garantendo il nostro benessere fisico e mentale. Queste tecniche sono particolarmente volte a cercare di trovare un rilassamento interiore ed evitare di far accumulare lo stress.

Agire sulla respirazione

In primo luogo si può migliorare la respirazione. Ci sono delle modalità precise che si possono seguire per cercare di ritmare la nostra respirazione, aumentando i tempi di inalazione e consentendo di aumentare il rilassamento: questo agisce, secondo alcuni esperti, sul nervo vagale. La respirazione diaframmatica è particolarmente indicata proprio per attivare il nervo vago e riuscire a rilassarsi a dovere. Si respira in maniera più profonda per far sì che si possa inalare più aria possibile.

Importanza della meditazione

Anche in relazione alla respirazione diafframmatica, può essere sicuramente utile anche la meditazione. Molti studiosi hanno provato come la meditazione riesca a far diminuire lo stress e quindi evitare che si attivi il nervo vago e agendo direttamente sul sistema nervoso parasimpatico. Quindi, può essere particolarmente utile dedicarsi o allo yoga o ad altre tecniche che consentono direttamente una stimolazione del nervo vago. La stimolazione vagale può avere degli effetti davvero sorprendenti anche sul sistema nervoso centrale, per quanto riguarda la diminuzione della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa.

Scoperte recenti

Un’altra scoperta recente che è stata particolarmente sorprendente è quella dell’Università di Oulu. Gli studiosi sono riusciti a scoprire come il freddo possa attivare il vaso vagale, stimolando i neuroni colinergici: questo sarebbe capace di regolare il sistema nervoso simpatico. Ovviamente non si tratta di un’esposizione prolungata, ma anche di meno di un minuto: per esempio, con un asciugamano o un manno fresco sul volto.


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